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domenica 12 febbraio 2017

Il primo thriller non si scorda mai: Era una famiglia tranquilla

La prima tappa di febbraio mi vede affrontare il viaggio più lungo, quello per raggiungere il paese geograficamente più distante dall'Italia, la Nuova Zelanda. Oltre 18.000 chilometri, diversi fusi orari e scali aeroportuali separano i due paesi. In onore dei numerosi primati dello stato (ospita una collina con il nome più lungo al mondo, è il primo paese ad aver concesso il voto alle donne e il primo ad essersi dotato di un ufficio turistico) il libro che mi terrà compagnia in queste infinite ore di viaggio è un romanzo d'esordio

Era una famiglia tranquilla
Jenny Blackhurst 
Newton Compton Editori

trhtiller, romanzo d'esordio, carillon, pupa, cofanetto

Dalla scritta "un grande thriller" messa in bella vista sulla copertina è facile intuire che la scelta non è farina del mio sacco, ma un'idea di Newton Compton Editori, che mi ha fatto recapitare il romanzo al termine di una lunga settimana di lavoro. Tra le cose positive delle collaborazioni con le case editrici vi è la possibilità di leggere anche generi che solitamente evito.

Il dolce carillon ritratto in copertina cela l'atroce delitto di un neonato di sole 12 settimane. Il piccolo Dylan è stato ucciso nella sua casa e l'unica accusata è la madre Susan, che secondo gli inquirenti avrebbe agito in preda ad una forte depressione post parto. Sono passati tre anni da quel pomeriggio e grazie alla buona condotta la donna è riuscita ad ottenere la libertà vigilata. Una magra consolazione per Susan che non è mai riuscita a ricordare nulla di quanto successo. In un piccolo villaggio tenta di ricostruirsi una vita, con un nuovo nome, quello di Emma Cartwright, fidandosi solo dell'unica persona che le è stata accanto in tutto questo tempo, la compagna di cella Cassie. Una serie di messaggi e segnali inquietanti la raggiungono direttamente nella nuova abitazione e le fanno capire che la sua identità non è al sicuro, qualcuno sa chi è, conosce il suo passato, e rafforza quella parte di lei che non ha mai voluto credere di essere stata capace di compiere un così tragico gesto sul suo bambino. Con l'aiuto di Cassie e di un uomo sconosciuto, all'apparenza un giornalista, Susan è decisa a condurre la sua personale indagine alla ricerca della verità. Dovrà rivangare il suo passato e quello delle persone a lei vicino, scoprendone segreti scomodi e mettendo in pericolo la vita di alcuni di loro.

Un romanzo narrato in prima persona da Susan/Emma, che si alterna ai racconti di altri personaggi che risalgono ad oltre vent'anni prima. Le due parti sembrano essere totalmente distinte l'una dall'altra fino a quando personaggi ed avvenimenti iniziano ad incastrarsi e a delineare un'atroce verità.
La trama è fitta di personaggi dai ruoli e dalle personalità più disparate e in continuo cambiamento, che tornano più volte nel corso della narrazione e si intrecciano tra loro facendo perdere in alcuni punti il filo che li unisce. La scrittrice inglese, con grande maestria, riesce a depistare il lettore durante la risoluzione del giallo, tenendolo incollato quasi fino alla fine del romanzo. Solo la chiusura decisamente sottotono rispetto all'ottimo lavoro svolto dalla Blackhurst e l'abbondanza di personaggi che non hanno reso la lettura semplice, mi impediscono di attribuirgli un punteggio pieno.

Era una famiglia tranquilla segnerà l'inizio del mio amore per i thriller?

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