Una storia vera, tutta da camminare
è il motto delle festività natalizie del centro storico più bello che ci sia, quello di Bergamo.
Grazie all'impegno dei suoi commercianti e dei suoi abitanti Città Alta si è svegliata dal suo torpore e ha messo il miglior vestito per accogliere bergamaschi e non tra le sue mura.
Un vestito fatto di decorazioni luminose che uniscono da un lato all'altro la via principale, la Corsarola, e tutto il suo reticolo di stradine
di finestre lasciate aperte nelle case per invitare i passanti a guardare all'interno e scorgere gli alberelli luccicanti
di vetrine vestite a festa e di cucine dei ristoranti che hanno traslocato in strada per offrire ai passanti i sapori tipici: polenta taragna, trippa, casoncelli, salami e formaggi innaffiati dal caldo vin brulè e alcuni meno tipici, ma comunque buonissimi come panzerotti e pizzoccheri.
di finestre lasciate aperte nelle case per invitare i passanti a guardare all'interno e scorgere gli alberelli luccicanti
di vetrine vestite a festa e di cucine dei ristoranti che hanno traslocato in strada per offrire ai passanti i sapori tipici: polenta taragna, trippa, casoncelli, salami e formaggi innaffiati dal caldo vin brulè e alcuni meno tipici, ma comunque buonissimi come panzerotti e pizzoccheri.
L'impegno dei negozianti, ma anche dei dipendenti dei musei che hanno prolungato il loro orario di apertura nelle due notti bianche per permettere la salita sul Campanone e godere dei 100 rintocchi (in realtà 148) delle 22.00 e di una vista mozzafiato sulla città bassa e parte della provincia o per lasciare ammirare gli atti di costruzione delle mura venete esposte nelle sale della biblioteca Angelo Mai.
La professionalità delle guide turistiche messa a disposizione gratuitamente per far scoprire angoli, personaggi e aneddoti pressoché sconosciuti della città. L'eccezionale apertura al pubblico dei resti archeologici romani a testimonianza dell'antichità dei suoi insediamenti.
Artisti desiderosi di mostrare la loro arte, dalla musica di un gruppo che si sente l'erede di una famosa band irlandese ai suonatori solitari che provano a vendere il loro disco o semplicemente a raccogliere qualche moneta. Su tutti prevale però il suono tradizionale del Natale: quello delle cornamuse. La messa in scena del presepe vivente e degli antichi mestieri degli abitanti delle valli. Gli scultori che da semplici blocchi di ghiaccio forgiano una simpatica renna di Babbo Natale e la sua preziosa slitta.
Ma Babbo Natale dove è? L'accogliente casetta dello scorso anno ha lasciato posto ad una grande poltrona dove l'omone dal vestito rosso e dalla lunga barba bianca accoglie sulle sue ginocchia piccoli intimiditi, ha una parola buona per i bambini cresciuti e insieme al suo elfo distribuisce colorati zuccherini anche agli adulti più scettici.
Infine lo spettacolo della natura che ci ha regalato fitte nebbie dalle quali emergevano solo le cime delle torri, dei campanili e delle cupole delle chiese. Alzata la nebbia un sole splendente si è riflesso sulla meridiana nel giorno del solstizio d'inverno e al calare della sera ci ha regalato infuocati tramonti. Per un'intera giornata candidi fiocchi di neve sono scesi scesi sui colli della città ricoprendola di un velo di magia che si è mantenuto a lungo grazie alle rigide temperature.
Non vi è venuta voglia di lasciare l'auto in città bassa, prendere la funicolare o salire a piedi lungo le mura e perdervi nei vicoletti della mia città assaporandone la storia e la magia?